La Certosa di Ferrara percorre e accompagna le tappe salienti dell’evoluzione della città di Ferrara, prima culla del Rinascimento, poi propaggine settentrionale dello Stato della Chiesa in età legatizia, quindi centro napoleonico e retroguardia consapevole nel processo di liberazione. Tappe scolpite nelle trasformazioni di questo monumento nel tempo.
- 1438 In occasione del Concilio di Basilea, in quell’anno trasferito a Ferrara, viene proposta l’accoglienza in città alla comunità dell’Ordine dei certosini
- 1452 Borso d’Este, futuro primo duca di Ferrara, dispone e finanzia la costruzione del monastero e del complesso ad uso dei monaci certosini, che si insedieranno nel 1461. Le spoglie di Borso sono ancora oggi conservate nell’esedra in asse all’ingresso del Primo Gran Claustro
- 1498 Ercole I d’Este dispone l’inglobamento del complesso all’interno dell’Addizione Erculea e affida al grande architetto di corte Biagio Rossetti la monumentalizzazione della Chiesa di San Cristoforo
- 1799 Per volere napoleonico la Certosa viene destinata a caserma di cavalleria e il monastero secolarizzato
- 1813 Avviene la riduzione del complesso certosino in cimitero monumentale, ora di proprietà del Comune, su progetto di Ferdinando Canonici con il contributo di Antonio Foschini, Giuseppe Campana, Leopoldo Cicognara, Giovanni Pividor, Niccolò Matas e Antonio Diedo
- 1962 Viene completato il Secondo Gran Claustro, ultimo di una serie di interventi di ampliamento avvenuti tra l’Ottocento e l’età fascista
Sarà per la dolcezza serena del luogo, ed anche, s’intende, per la sua quasi perfetta e perpetua solitudine, che piazza della Certosa è sempre stata meta di convegni di innamorati [Giorgio Bassani]. Gli innamorati della bellezza eterna.